CHIESA DI SAN CALOGERO O SANTA MARIA DEGLI AGONIZZANTI

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Nella centrale via F.lli Testa è situata la chiesa di San Calogero, conosciuta anche come Santa Maria degli Agonizzanti (XVII sec.), la quale aveva originariamente un ruolo di supporto all'ospedale del paese, il cui edificio antico, Palazzo D'Alessandro, fu sede dell'antico "spedale" locale.


La chiesa, denominata anche S. Maria degli Agonizzanti (XVII sec.), era infatti di supporto al nosocomio grazie alla sua Confraternita (esistente già nel 1580 e caratterizzata da un abito che prevedeva una camicia rossa e il mantello blu) che si era assunto l’onere dell`assistenza ai degenti; il Superiore della Confraternita, assieme a due rettori del Monte di Pietà, assicurò l`amministrazione dell`ospedale sino al 1818, quando questa fu demandata al Sindaco e a due deputati eletti dai Decurioni della città.7



L'ingresso della chiesa di San Calogero (dichiarata Monumento Nazionale) è caratterizzato da un portale sormontato da una nicchia contenente la statua del santo titolare, e da un cartiglio su lapide che così recita: "Morborum miraculis curator Calogerus publico nosocomio iure suam aedem tenet adiunctam 1614" (S. Calogero, guaritore di malattie con i miracoli, giustamente tiene di diritto la sua chiesa congiunta al pubblico nosocomio. 1614).



L'interno del tempio, che conserva un elegante tetto in legno a cassettoni, è caratterizzato da pareti affrescati dal locale pittore Filippo Randazzo (1695-1744), il famoso monocolo di Nicosia allievo del Conca a Roma: i dipinti raffigurano dieci scene dell’infanzia di Cristo (il Battesimo di Gesù, l`Annunciazione, la Visita di Maria a Elisabetta, la Natività, la Circoncisione, l`Angelo che ordina a Giuseppe di fuggire, la Strage degli Innocenti, Gesù fra Maria e S.Elisabetta e Gesù nel Tempio) e otto medaglioni con figure di Santi eremiti e di Sante.


Vi sono collocate anche le statue lignee di San Calogero (del nicosiano Stefano Li Volsi) e quella dell`Addolorata (di Filippo Quattrocchi).

Nel presbiterio si osservano due tele, una raffigurante l`Adorazione dei Magi (d`ignoto autore) e l’altra una Epifania (forse dello stesso Randazzo). Nella chiesa sono altresì allocate varie sculture in legno di anonimi artisti utilizzati per l’allestimento del “Sepolcro” durante la Settimana Santa.



Ma la chiesa è soprattutto il museo di Filippo Randazzo (1695-1744), allievo di Sebastiano Conca a Roma e grande pittore nicosiano detto "Il Monocolo di Nicosia" per la cecità di un occhio, che ne affrescò interamente le pareti.



Benchè l'umidità ne abbia distrutto gran parte, sopra il cornicione è possibile osservare una serie di riquadri riproducenti scene dell'infanzia di Gesù Cristo: Annunciazione, Visita di Maria a Sant'Elisabetta, Battesimo di Gesù, Natività, Circoncisione, Angelo che ordina a Giuseppe di fuggire, Strage degli Innocenti, Gesù fra Maria e Sant'Elisabetta e Gesù nel Tempio.



Sotto gli affreschi si notano dei medaglioni con figure di santi eremiti e di Santa Rosalia e Maria Maddalena, e nel tiburio gli apostoli Pietro e Paolo.



Nel presbiterio si trova un dipinto su tavola raffigurante l'Adorazione dei Magi, d'ignoto autore della fine del '500, che in un suggestivo panorama fa snodare il lungo corteo dei cavalieri orientali. Un'altra Adorazione dei Magi, realizzata forse dal Randazzo, fa da pala all'altare maggiore di marmi policromi.

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