Nicosia, antica città della Sicilia, ha una storia ricca che si estende dalle sue presunte origini greco-romane fino al periodo normanno e svevo. Secondo il Beritelli-La Via, il suo nome potrebbe derivare da "Città di S. Nicolò", indicando la sua fondazione durante il dominio bizantino.
Fu una fortezza saracena sotto il dominio arabo e vide un rapido sviluppo dopo la conquista normanna, soprattutto grazie all'arrivo dei coloni lombardi. Sotto gli Svevi, Nicosia ricevette il titolo di "Civitas Constantissima" da Federico II nel 1209. Questo riconoscimento sottolineava la fedeltà della città e i numerosi privilegi concessi durante quel periodo.
Dopo la morte di Federico II, la Sicilia affrontò una crisi durante il regno di suo figlio Manfredi. Carlo d'Angiò prese il potere dopo la caduta di Manfredi, causando disordini che portarono all'insurrezione dei Vespri nel 1282, a cui Nicosia partecipò eleggendo un governo provvisorio.
Successivamente, la città fu coinvolta nelle lotte tra le famiglie Chiaramonte e Ventimiglia. Nonostante i conflitti, Nicosia continuò il suo sviluppo urbanistico. Sotto Ferdinando I di Spagna, la città conobbe un periodo di stabilità e prosperità, con la conferma dei privilegi e la costruzione di diverse chiese e conventi.
Durante il dominio spagnolo dal 1516, la Sicilia divenne un vice regno, portando a contrasti per Nicosia. Il XVI secolo vide l'arte di Antonello Gagini e la visita di Carlo V nel 1535. Ci furono rivalità religiose tra le chiese di Santa Maria e San Nicolò, risolte nel 1589.
Nonostante carestie e pestilenze, Nicosia crebbe nella seconda metà del secolo, diventando la "Città dei 24 Baroni" con una crescita culturale e artistica. Il XVII secolo vide una diminuzione della popolazione a causa di pestilenze e carestie, ma anche una fioritura artistica con scultori come i Li Volsi e Antonio Cardella.
Nel primo trentennio del '700, la Sicilia e Nicosia videro una serie di dominazioni straniere. Nel 1735, il controllo passò a Carlo III di Borbone. Nonostante la frana del 1757 che danneggiò il quartiere di Santa Maria, Nicosia si riprese con la ricostruzione della chiesa di Santa Maria Maggiore nel 1767 e il fervore edilizio che caratterizzò il secolo.
Nel 1778, la proposta di istituire un vescovado scatenò polemiche tra Nicosia e Troina, e tra le chiese di San Nicolò e Santa Maria.
Nel periodo borbonico, Nicosia si adattò al rinnovamento culturale della Sicilia. Dopo la riforma amministrativa del 1817, divenne capoluogo di uno dei circondari della provincia di Catania. La città vide una crescita demografica e un miglioramento dell'ambiente urbano, con nuovi palazzi e strade. La Cattedrale fu ristrutturata e affrescata dai fratelli Manno nel 1810.
Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, furono costruiti edifici liberty come Palazzo Cirino e Palazzo Speciale. Questo periodo vide anche un'attività letteraria fiorente, con opere come quelle di Carmelo La Giglia e l'Eco dei Monti, diretto da Mariano La Via.
Durante il periodo fascista, anche Nicosia vide la nascita del giornale "Il Fascio Nicosiano", che raccontava la vita della città e dei suoi emigrati in America. Nel 1926, si tenne una grande manifestazione per la festa della Vittoria e l'inaugurazione del palo per il trasporto dell'elettricità, durante la quale il barone dott. Giorgio La Motta fu acclamato podestà.
Tuttavia, la richiesta del podestà di elevare Nicosia a provincia non ebbe successo. Nel marzo 1925, la città fu scossa da una giornata di follia e lutto quando una folla, principalmente contadini, assaltò il municipio, distruggendo l'archivio e incendiando documenti.
Nicosia, città ricca di storia e cultura, si trova ad affrontare sfide importanti legate al degrado delle sue ricchezze storiche e artistiche a causa del trascorrere del tempo. È urgente intervenire con lavori di restauro e recupero per preservare edifici di notevole valore storico e artistico.
Tuttavia, la natura lavoratrice e creativa dei suoi cittadini ha permesso alla città di mantenere attività tradizionali come l'agricoltura, la pastorizia, l'artigianato e il commercio, oltre alla cura delle strutture pubbliche esistenti e alla creazione di nuove.